Artinite, un minerale aghiforme
Otto campioni di Artinite, di cui due esposti, sono custoditi nella collezione mineralogica del Museo.
Questo minerale fu rinvenuto per la prima volta al mondo in Valmalenco nel 1902 da Pietro Sigismund (1874-1962), un commerciante di Milano che nel tempo libero si dedicò alla ricerca di minerali, soprattutto in Valtellina, contribuendo a far conoscere a livello mondiale la provincia di Sondrio, e in particolare la Valmalenco, per la presenza di minerali belli, rarissimi e a volte unici.
I campioni del museo, di cui uno raccolto dalla stesso Sigismund nel 1923 e gli altri da G. Perego, G. Guicciardi e F. Benetti, provengono tutti dalla Valmalenco (comuni di Torre Santa Maria e Lanzada). Di notevoli dimensioni è il campione esposto nella vetrina 22, insieme ad altri da record.
La specie fu descritta dal mineralogista dell'Università di Pavia Luigi Brugnatelli (1859-1928), che la dedicò a Ettore Artini (1866-1928), suo collega al Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano (oggi Politecnico); Artini ricoprì anche la carica di direttore del Museo civico di Storia naturale di Milano per tre lustri.
L'origine dell’Artinite, un carbonato idrato di magnesio, è secondaria, dovuta cioè all'alterazione di rocce serpentinose preesistenti, provocata da acque carbonatiche.
Il minerale si presenta in genere in prominenze globulari composte da sottili cristalli a forma di aghi (aciculari), sviluppati cioè prevalentemente in una direzione. L’Artinite assume notevole interesse collezionistico quando forma spettacolari aggregati raggiati di cristalli millimetrici di color bianco candido.