Il gallo cedrone e l'ecosistema

Il gallo cedrone è un relitto glaciale, giunto sulle Alpi a seguito delle glaciazioni del Quaternario: quando i ghiacci si ritirarono, una parte della popolazione trovò, infatti, nei boschi di conifere alpini, ambienti simili alle foreste del nord Europa da cui proveniva.

Per le sue esigenze ecologiche, questo grosso uccello può essere considerato un indicatore biologico degli ambienti forestali tra i 1.400 e i 1.800 m di quota; la consistenza delle sue popolazioni, infatti, si riduce non appena l’ambiente in cui vive si modifica o quando intervengono fattori di disturbo.

Maschi e femmine, inoltre, utilizzano nel corso dell’anno territori di alcuni chilometri quadrati così che solo vasti complessi forestali, in continuità tra loro, sono in grado di ospitare popolazioni vitali. Per questo motivo può essere considerato anche una specie ombrello, perché la sua conservazione si riflette a cascata sulle altre specie che ne condividono l’habitat, ma che sono meno esigenti in termini di spazio.

Il gallo cedrone è in forte declino sull’arco alpino, tanto da essere scomparso dal settore occidentale. Le Orobie valtellinesi costituisco un avamposto per la specie, ma anche qui è in forte regressione per una concomitanza di fattori quali la frammentazione e degradazione dell’habitat, l’aumento del disturbo causato dall’uomo ormai in tutte le stagioni attraverso la pratica di discipline sportive sempre più diversificate e impattanti e i cambiamenti climatici verso scenari poco adatti alla biologia della specie, nonchè per residui casi di bracconaggio. Solo interventi oculati di conservazione potranno garantire la presenza di questo tetraonide negli anni a venire.